Progetto rivolto agli insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado con lo scopo di provare a rispondere alle seguenti domande: che cos’è per un insegnante un “caso difficile” nella sua esperienza quotidiana, quali azioni mette in atto per gestirlo, da cosa è guidato nella scelta delle azioni, di quali risorse istituzionali si avvale, in quale misura entrano in gioco le risorse personali.
Le risposte, raccolte con l’ausilio di strumenti quali l’intervista e il questionario, saranno poi analizzate insieme al fine di far emergere temi di riflessione, risorse nascoste o poco utilizzate, strade concrete da seguire.
Mi stimola molto l’idea di creare per gli insegnanti uno spazio dedicato a loro, nel quale possano raccontare come riescono a cavarsela nella gestione di quelli che per loro sono i “casi difficili”. Soprattutto di creare uno spazio “di secondo livello”, cioè uno spazio dove non si agisce ma si ragiona sull’azione compiuta nel corso della gestione del caso difficile. La mia intenzione è quella di offrire la possibilità di espressione delle convinzioni, vissuti e significati intorno ai casi difficili partendo dall’ipotesi che il confronto sugli stessi sia orientato più alle soluzioni che ai vissuti e a i significati, con il desiderio di proporre uno spazio inedito o quasi per affrontarli in modo nuovo. Questa ipotesi, che naturalmente non ha valore assoluto, deriva da una esperienza universitaria in occasione di un intervento sui casi difficili da me realizzato in un istituto comprensivo e dalla mia personale esperienza di genitore.
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