Domande frequenti sucounseling econsulenza pedagogica

FAQ

La tua titubanza è comprensibile; stai decidendo di affrontare qualcosa che non gira o che ti fa sentire in blocco. Qualcosa che desidereresti cambiare. In questa situazione potresti provare timore, vergogna, disorientamento.

Non ti devi dunque preoccupare poiché quando si decide – la prima volta in particolare – di chiedere un aiuto a qualcuno è normale sentirsi così.

Quello che puoi fare è chiamarmi: sarà un’occasione per conoscerci e, da parte mia, per spiegarti bene in che cosa consiste un percorso di counseling, come si svolge, che cosa affronta, quanto può durare. Potremo così decidere insieme se e come iniziare a vederci.

Se preferisci, possiamo anche organizzare una breve videochiamata.

Questa parte è totalmente gratuita anche in caso decidessi di non proseguire.

Ogni situazione è differente dall’altra, tuttavia un percorso di counseling difficilmente supera i 10 incontri e la frequenza può variare da settimanale a mensile fino a frequenze ancor più diradate.

Si tratta di colloqui su appuntamento della durata di un’ora circa, interamente dedicata a te a quello che insieme abbiamo deciso di affrontare, partendo da te e da quello che senti importante per te.

Di solito entro i primi 2 o 3 incontri si focalizzano con una certa precisione i temi o le situazioni su cui andremo a lavorare. Questa scelta sarà frutto di quello che chi si riferisce al modello dell’AT chiama “contratto”. Ciò sta a significare che, preso atto reciprocamente delle condizioni-base, ci mettiamo d’accordo su tutto: durata, frequenza e temi o situazioni. Il contratto è frutto di un accordo tra noi che vada bene a entrambi.

Assolutamente no. Basta aver maturato una sufficiente motivazione a condividere con il counselor una o più situazioni che non girano per il verso giusto, verso le quali desidereresti cambiare approccio, reazione, atteggiamento.

Questo potrebbe esserti di grande aiuto nel portare alla luce nuove possibilità, strategie, soluzioni che sono già a tua disposizione ma che, per diversi motivi, possono a te passare inosservate. Il lavoro successivo sarà quello di favorire la creazione delle condizioni che ti permettano di sperimentare quelle che sono nelle tue corde e di valutarne poi l’efficacia.

In generale, ogni situazione che desideri vivere in modo diverso da quello che ti riesce di fare. Alcune di esse potrebbero essere le seguenti:

  1. Cercare una soluzione a uno o più problemi puntuali
  2. Affrontare un momento di crisi esistenziale o di confusione
  3. Confrontarti su come vedi il tuo futuro e sul tuo progetto di vita
  4. Comprendere alcuni eventi che ti riguardano su cui vorresti avere maggior chiarezza
  5. Migliorare la gestione delle tue emozioni
  6. Migliorare la gestione di conflitti e controversie
  7. Comprendere l’andamento delle tue relazioni importanti
  8. Gestire insieme al tuo partner problemi come coppia e/o come genitori

Il counseling si concentra sulla parte emersa di ciò che intendiamo affrontare – per esempio, situazioni problematiche, relazioni insoddisfacenti o non funzionali e così via – dandosi l’obiettivo generale di comprendere più approfonditamente ciò che “si vede” e di cercare strategie differenti e maggiormente efficaci per un cambiamento produttivo, soddisfacente e rispondente alla nostra visione del mondo.

In molti casi, per affrontare utilmente i problemi che il quotidiano ci pone, è sufficiente riordinare un po’ le idee, prendersi il tempo di guardare le cose dall’esterno, darsi il permesso di fermarsi un attimo, di sospendere le decisioni affrettate per utilizzare invece quelle più ponderate e ragionate, rimanendo protagonisti assoluti delle proprie decisioni.

Per provare a fare questo non è necessario un percorso di psicoterapia, più lungo e impegnativo ma soprattutto focalizzato su meccanismi patologici o mal funzionanti a noi nascosti che, nel caso, potrebbero comportare una ristrutturazione della personalità a un livello profondo.

Per questo motivo la psicoterapia necessita di tempi più lunghi e di tecniche differenti rispetto al counseling.

Il counseling, inoltre, può essere orientativo o propedeutico o integrato a un percorso di psicoterapia.

Per saperne di più consulta questa tabella di confronto

Consulenza pedagogica e counseling si differenziano per oggetto di lavoro e obiettivi dei colloqui:

la consulenza pedagogica ha come oggetto di lavoro la relazione educativa in cui siamo immersi, la sua struttura e il suo funzionamento; come obiettivo i modi possibili di mantenere l’equilibrio tra piani strutturali e funzionali della relazione

il counseling ha come oggetto di lavoro la nostra persona, i nostri pensieri e le nostre azioni; come obiettivo, vedere con consapevolezza e completezza chi siamo e che risorse abbiamo per trovare il modo di mantenere ciò che ci piace e cambiare ciò che non ci fa sentire bene.

Per saperne di più consulta questa tabella di confronto

Senza conoscere i dettagli della situazione, posso rispondere solo genericamente.

La consulenza pedagogica lavora sulla relazione educativa, cioè su quella particolare relazione che intercorre tra una persona che ha il ruolo di guida verso un’altra che ha bisogno di essere guidata. La relazione genitoriale è la più tipica tra le relazioni educative.

Se il problema di cui parla riguarda questa relazione allora una consulenza pedagogica fa al caso suo. Se invece il problema origina da aspetti che risiedono nell’interiorità di suo figlio – o nella sua – e che non nascono direttamente dalla vostra relazione, allora potrebbe essere indicato, eventualmente anche per entrambi – insieme o separatamente – , un colloquio di counseling o una consulenza psicologica o una psicoterapia.

Spesso l’origine non è così definita e il problema potrebbe innestarsi su entrambi gli aspetti.

Le direi di contattarmi e, con qualche informazione in più, potrei aiutarla ad avere una visione più chiara e a decidere, eventualmente, di incontrarci per una consulenza pedagogica o per organizzare un colloquio di counseling o per un eventuale orientamento verso uno psicologo o psicoterapeuta.

No, il counseling è una forma di ascolto non giudicante per esercitare la quale è necessaria una competenza relazionale e comunicativa di tipo professionale. Il suo obiettivo è quello di guidare la persona a esplorare sia le sue difficoltà che i suoi punti di forza. Favorisce l’emersione di risorse funzionali all’autorealizzazione personale attraverso l’apprendimento di tecniche di auto-aiuto.

Si, quando si tratta di una sofferenza legata a qualcosa che è successo nel presente o in un tempo accessibile ai nostri ricordi e alla nostra consapevolezza. In generale, quando la sofferenza non è prevalente, o lo è in termini transitori, rispetto al desiderio di restituire un senso alla propria vita, di cambiarla e migliorarla secondo le proprie aspirazioni, di sviluppare le proprie risorse personali.

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