Avvicinandomi al conseguimento del titolo di counselor professionista a orientamento analitico transazionale, che mi ha formato a questa specifica relazione di aiuto professionale e messo in contatto con la sua efficacia nel facilitare processi di cambiamento e di sviluppo delle persone, sento di volermi immergere in questo mondo per descriverlo e divulgarlo con l’intento di far emergere la sua identità e mostrare in quali situazioni potrebbe essere utile.

Voglio iniziare parlando, in questo primo articolo, delle basi e degli elementi principali.

Il counseling a orientamento analitico transazionale (di seguito, counseling in AT) può essere visto come un processo, un percorso, una professione. Un processo, nel senso di una attività che guida e accompagna a un cambiamento consapevolmente perseguito e desiderato; un percorso, nel senso di una serie di incontri con il counselor caratterizzati da una direzione precisa e condivisa; una professione, nel senso dell’offerta da parte di un professionista di una relazione di aiuto e sostegno a chi ne sente il bisogno. Il counseling in AT fa riferimento al modello dell’Analisi Transazionale e da essa trae una struttura concettuale ben precisa. Possiamo sintetizzarla in pochi punti, ben definiti: il contratto, le risorse – effettive e potenziali – a disposizione oggi, il loro utilizzo per arrivare all’autonomia. Il counseling in AT è una relazione che si sviluppa tra persone che reciprocamente sono chiamate a considerarsi di pari valore umano nel rispetto della diversità di ruoli e competenze, un rapporto tra soggetti entrambi coinvolti attivamente, piuttosto che tra un soggetto attivo, depositario di potere e conoscenza, e un oggetto passivo e non partecipante. In questo senso si parla di intersoggettività. L’intersoggettività si esprime attraverso:

  1. il contratto (un accordo) che trasmette reciproco coinvolgimento nel percorso
  2. l’OKness (un’attitudine relazionale) basata sul sentire che tu vai bene come sei, io vado bene come sono e che ci accettiamo così come siamo.
  3. le parole semplici, (un modo di comunicare) importante veicolo di inclusione nel processo di counseling

Gli obiettivi principali di un percorso di counseling sono:

– accompagnare al conseguimento della propria autonomia intesa come capacità:

  1. di essere consapevoli di ciò che succede in noi e intorno a noi
  2. di esprimere noi stessi in modo spontaneo
  3. di attivare un processo di esplorazione intima di noi stessi e di poterla condividere senza timore con chi desideriamo.

– fornire:

  1. la protezione necessaria ad affrontare temi, argomenti momenti che potrebbero essere delicati, difficili, paurosi
  2. il permesso di esprimere chi sentiamo davvero di essere
  3. la possibilità di sentire la nostra potenza (ciò che possiamo essere, esprimere, fare) e di metterla in atto.