Si tratta di tre tipi di relazione di aiuto (somiglianza) che, tuttavia, si differenziano per:

1) ruolo delle parti

2) temi o aree trattate

3) focalizzazione

 

Consulenza: attività finalizzata a dare consigli e suggerimenti in una specifica area: consulenza legale, tributaria, scientifica, medica, psicologica, pedagogica, sociale, etc.

Nella relazione di consulenza i ruoli si configurano da esperto a cliente in posizione “up-down” e può essere inframmezzata a counseling e psicoterapia.

Le conoscenze del consulente si possono limitare all’area per cui è richiesta la consulenza.

 

Counseling: attività finalizzata a favorire una decisione autonoma di cambiamento in una o più aree specifiche concordate attraverso l’esplorazione e il riconoscimento delle proprie risorse per attivarle a tal fine. Si focalizza prevalentemente sull’area interpersonale e sociale.

Il counselor professionista deve avere un titolo conseguito presso una scuola triennale di counseling, può avere una formazione di base differenziata, deve avere conoscenza profonda delle teorie della comunicazione funzionale e disfunzionale, un addestramento metodologico secondo il suo orientamento (per esempio, analitico-transazionale, gestaltico, filosofico, etc) una base di competenze cliniche oltre che, preferibilmente, anche del campo richiesto dal cliente.

 

Psicoterapia: attività finalizzata a favorire una decisione autonoma di cambiamento di meccanismi intrapsichici inconsci attraverso una ristrutturazione della personalità a un livello profondo. Si focalizza prevelentemente sull’area intrapsichica.

Lo psicoterapeuta è uno psicologo, o un medico, con una specializzazione quadriennale in psicoterapia. La specializzazione può avere differenti orientamenti (per esempio, analitico-transazionale, psicoanalitica, cognitivo-comportamentale, sistemica, etc)

Ecco una tabella di confronto tra le tre discipline.